Gustavo Stefanini, livornese nato e cresciuto nel quartiere di Fiorentina, è tra gli inventori dei “maiali”, siluri “a lenta corsa”, guidati a cavalcioni e lanciati contro le navi inglesi, dei sommergibili tascabili.
I “maiali” erano infatti sommergibile tascabile di forma simile a un siluro, adatto a trasportare, a bassa velocità, due operatori muniti di respiratori subacquei autonomi e una carica esplosiva da applicare occultamente alla carena della nave avversaria all’ormeggio.
Quasi tutti quegli uomini morirono o, come accadde a Stefanini e pochi altri, furono fatti prigionieri. Meno noto di Teseo Tesei (ufficiale del Genio e nedaglia d’oro alla memoria), fece parte del gruppo che, sul fiume Serchio, nella tenuta dei duchi Salviati, a San Rossore, ideò alla fine degli anni Trenta questa strategia.
Famiglia livornese con lo zio Giuseppe rettore del Seminario, il padre Francesco, proprietario dell’Azienda Tranviaria belga di Livorno, il fratello Giovanni, attivista cattolico. La madre, Adele Mors, figlia del bavarese Gustavo, fondatore della Bottega d’Arte di Livorno. Infine lui, liceo classico, Accademia Navale e ingegnere meccanico al Politecnico di Torino. Fu un preveggente: l’impotenza dell’ industria aeronautica e navale, incapace di costruzioni serializzate. Con poche corrazzate e incrociatori pesanti, senza portaerei, si sarebbe fatto poco o niente.
Da qui, i “motoscafi siluranti”. Nel conflitto, è uno dei tre “capi apparecchio” nell’operazione GA-2 contro la base di Alessandria d’Egitto. L’azione si concluderà con la perdita del sommergibile Gondar e la cattura di Stefanini, il 26 marzo, 1941. Seguirà la prigionia in India nei campi di concentramento inglesi e il ritorno nel 1946.
Ma la fama d’innovatore, Gustavo l’ha dirigendo l’OTO – Melara a La Spezia, società leader nell’industria civile e militare. Un periodo di oltre 15 anni, in cui l’azienda toccò i massimi vertici della qualità produttiva.
Oltre a questo incarico fu amministratore della Termomeccanica e presidente dell’Unione Industriali, presidente del consiglio di amministrazione dell’Ospedale Sant’Andrea dal 1957 al 1968. Fu inoltre consigliere provinciale dal 1951 al 1960.
Nel 1988, Stefanini rese omaggio al Campo degli Eroi di Casciana Terme (ora sede della Fondazione Berti) davanti al monumento dei “Mezzi d’assalto”. Quel giorno, al Campo degli Eroi, disse: «Spiritualmente vorrei seppellirmi qui, accanto alla lapide che ricorda Teseo Tesei».
Ebbe numerosi riconoscimenti: Cavaliere del lavoro, Grande Ufficiale al merito della Repubblica, commendatore dell’ordine equestre pontifici di San Silvestro.
Era molto affezionato a Lerici dove risiedeva da mezzo secolo: è stato presidente onorario del Gruppo “Ivo Borghetti” dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, presidente del Circolo velico Erix e della U.S.G. Landini; ultimamente ha presieduto il comitato per i restauri del campanile e della chiesa di San Rocco, e forse è stata questa la sua ultima fatica cui si è dedicato con entusiasmo per ottenere lo stanziamento dal Ministero dei Lavori Pubblici.