Un promontorio misterioso e pieno di storia quello che noi oggi conosciamo come Caprione. Risaliremo all’origine del nome e ne chiariremo con una nuova ipotesi il significato e la giusta identità. Sui suoi colli, racchiusi tra il fiume Magra e il Golfo dei Poeti, ha vissuto e vive un popolo che ha condiviso le origini e gli avvenimenti che sono venuti a susseguirsi nel tempo. Dal primo uomo che ha smarrito la propria ascia in pietra sul Corvo, agli oggetti litici della Valletta, agli Apuani che hanno lasciato tracce tangibili nella necropoli del Cafaggio, e ancor prima nelle antiche pietre che si ritrovano disseminate tra i boschi e i coltivi, ai cavanei che ne rappresentano un fattore culturale, al frammento della statua stele di Falconara, al guerriero di Lerici, al fenomeno della farfalla di luce di San Lorenzo che affascina anche il più scettico tra gli scettici. Vedremo, attraverso l’occupazione romana ben visibile a Bocca di Magra con la sua villa, a Narbostro con la sua cisterna, a Carbognano con i suoi ritrovamenti durante lavori di cantiere, e alla Caletta con i resti della nave lapidaria e del suo carico, l’evolversi della storia romana che ci porterà al Medioevo. Vedremo inoltre nelle propaggini del Caprione, Trebiano con l’ara romana, e le sue pregiate cave di Rosso, nonché, sul promontorio, le cave di portoro con annessi e connessi.
Gino Cabano nasce alla Serra di Lerici nel 1951. Macchinista navale, felicemente sposato con figlie e nipoti, pensionato dal Corpo di Polizia Locale Lerici. Studioso e, dicono, esperto del territorio in cui vive, scrive poesie in dialetto serrese e collabora con giornali locali, con la scuola e con associazioni culturali.